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9 NOVEMBRE 1863 - GLI ITINERANTI (Передвижники)

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I 14 artisti Itineranti
I 14 artisti Itineranti
L'Arte era, in Russia, veramente importante e fortemente influenzata e controllata. Veniva imposto dalle autorità solo l'approccio accademico di stile neoclassico o romantico. Ma i "nuovi pittori" russi erano più attratti dalla realtà della vita russa, anche per l'influenza degli scrittori del realismo storico. La polizia e la magistratura erano sempre impegnate ad eseguire ogni ordine in materia di repressione ed anche ad avviare i reazionari verso i campi di lavoro siberiani (Gulag).

Nel 1870 si iniziano infatti le opere industriali della nuova Russia, quello che le potenze coloniali trovano in Africa (come il Belgio in Congo), la russia se lo trova improvvisamente in siberia: oro, argento, rame, carbone, etc.

L'episodio chiave avviene il 9 novembre 1863 e passerà alla storia come "la Rivolta dei 14". Annualmente veniva indetto il concorso per la medaglia d'oro dell'Accademia Imperiale delle Arti, il concorso dava diritto ad un viaggio in Italia per sei anni, permettendo ai laureati di maggior talento di poter apprendere (come in un Master all'estero), e poi di tornare per essere inseriti come artisti alla corte imperiale.

Il tema del 1863 era "La festa del dio Odino nel Valhalla", soggetto ovviamente neoclassico. I quattordici migliori laureandi dell'Accademia Imperiale delle Arti si rifiutarono di partecipare al concorso. Avrebbero infatti preferito un tema sociale, di stile REALISTICO, erano già tutti sostenitori di un linguaggio dimostrativo sui temi socialmente emergenti, ormai si imponevano contro l'approccio classico della pittura, che era imposto dalla direzione accademica.

Questi 14 artisti iniziarono un percorso di ricerca della "vera Russia", prima di tutto paesaggisti, divennero poi realisti, ma senza imposizioni di mecenati, applicarono infatti per primi in europa ed in russia il piacere della libertà dell'arte, e resero propri gli ideali artistici populisti. Nel 1870 si riuniranno tutti a San Pietroburgo fondando "l'Associazione di mostre d'arte itineranti". Da questo vennero soprannominati gli "itineranti" (o girovaghi).
Anticiparono di 10 anni gli impressionisti francesi ed i macchiaioli italiani.
Vincenzo23 Vincenzo
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La Primavera: Lev Kamenev - 1866
Galleria Tret'jakov di Mosca
La Primavera
Lev Kamenev - 1866
Galleria Tret'jakov di Mosca
LEV KAMENEV

Lev Kamenev nasce a Kursk, è stato un paesaggista importantissimo forse il più stimato al giorno d'oggi. Fondatore dell'Associazione delle mostre itineranti, Ha raffigurato vari aspetti del paesaggio rurale russo, raggiungendo la vera rappresentazione della Russia. Lo scopo non era infatti quello di mostrare l'impressione della nebbia o del cielo (come nella pittura francese) ma il soggetto era proprio il paesaggio russo come una vera terra sacra.

Le sue opere sono esposte nella Galleria Tret'jakov di Mosca .
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

Vladimirka: Levitan - 1892
Galleria Tret'jakov di Mosca
Vladimirka
Levitan - 1892
Galleria Tret'jakov di Mosca
LEVITAN
Nato in una povera famiglia ebrea in Lituania, poi trasferita a Mosca, visse un infanzia ed una giovinezza contrassegnata dalla miseria e dalla fame. Legatissimo ad Anton Chekov, ne seguirà gli ideali e l'impostazione culturale, rimanendo sempre un paesaggista, forse il migliore tra gli itineranti.

La Vladimirka è la sua opera più famosa (non serve certo aver studiato "arte" per comprenderla), un russo la troverebbe subito "familiare".

Personalmente, quando la guardo, sento una vena di terrore, anche pensando che la strada dipinta era utilizzata per deportare in siberia i sovversivi ed i criminali, sono convinto che Levitan abbia fissato proprio quest'idea nel quadro. Oggi la stessa strada si chiama più poeticamente "Strada degli appassionati" (su wikipedia troverete tutto).
Vincenzo23 Vincenzo
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I battellieri del Volga: Repin - 1873 
Galleria Tret'jakov di Mosca
I battellieri del Volga
Repin - 1873
Galleria Tret'jakov di Mosca
REPIN
Ilya Repin nasce nel oblast di Kharkov, da una modesta famiglia, fu lui a coniare il termine "itineranti", dal momento che pensava che i veri artisti per dipingere la realtà dovessero viaggiare e vedere, per riportare su disegno l'attimo stesso, l'impressione realistica del momento stesso.

I battellieri del Volga, capolavoro indiscutibile, era il quadro preferito da Stalin, è la rappresentazione della condizione umana sotto Alessandro II.

Mostra 11 bestie da tiro, senza dignità umana, che vanno incessantemente avanti. Una cosa che attentamente si nota è lo sguardo del ragazzo al centro, colpito dalla luce sembra levarsi il peso del giogo che è costretto a tirare e guarda fuori dal quadro forse verso nuovi orizzonti.

Un'altra cosa impressa da Repin è in fondo all'orizzonte un vaporetto, come per dire: "...vedi, c'è un altro modo di fare questo lavoro, ma trattare uomini in questo modo non ci sembra strano".
Vincenzo23 Vincenzo
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Processione a Kursk: Repin - 1883 
Galleria Tret'jakov di Mosca
Processione a Kursk
Repin - 1883
Galleria Tret'jakov di Mosca
REPIN

Altro capolavoro che ci da un istantanea della vita russa alla fine del XIX secolo. Il soggetto spazia dal padre, in primo piano, che bastona il figlio storpio, all'ufficiale in bianco che frusta qualcuno per ripristinare l'ordine nella processione. Mi piace molto però la figura del prete vanesio che si pettina i capelli e la divisione delle file tra i poveri che dovevano stare su un lato.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

La risposta dei cosacchi di Zaporizha ..: Repin - 1893 (seconda versione del 1893)
Museo di Arte di Kharkov (UA)
La risposta dei cosacchi di Zaporizha ..
Repin - 1893 (seconda versione del 1893)
Museo di Arte di Kharkov (UA)
REPIN

Questo quadro è abbastanza famoso, ho deciso di però di caricare la versione del 1893, è esposta nel museo di Arte di Kharkov. Il costo del biglietto nel 2009 era di 25 Grivne (circa 2,20 euro), dico questo anche per incoraggiare la visita dei musei, anche quelli "provinciali", che si trovano in Russia o Ucraina.

Repin non vuole mostrare la misera condizione della Russia, bensì un attimo di gioia di un gruppetto di cosacchi, popolazione che lui amava molto perché in fondo rappresentavano l'ideale di libertà e di vita in equilibrio con la natura.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

Riprenditi : Lemokh - 1889
Riprenditi
Lemokh - 1889
LEMOKH
Ciryll Lemock nasce a Mosca, esperto ritrattista si converte al realismo, andando ad esplorare come Repin prima di Lui, quella miseria umana e quella vita di stenti che la russia ormai non si vergognava di mostrare e di osservare. Ciò non gli produsse che guai con le autorità, molte sue opere non furono mai esposte.

Come questa, dove una mamma imbocca la figlia malata, sotto lo sguardo dei fratelli che forse aspettano di poter anche loro mangiare qualcosa. Non solo la fame era tanta ma anche la salute doveva essere riguardata, dal momento che l'assistenza sanitaria non era certo economica.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

Nicola II: Repin - 1896
Galleria Tret'jakov di Mosca
Nicola II
Repin - 1896
Galleria Tret'jakov di Mosca
REPIN

Un'altra fotografica istantanea disegnata da Repin, questa volta lo Tzar Nicola II, personaggio inadeguatissimo e lontano dalla figura a guida di una nazione. Il soggetto sembra infatti stranamente "solo", lontano da tutti e da tutto, perfino dal trono imperiale, che in fondo rappresenta dove lui dovrebbe sedere a risolvere i problemi. La sala è tagliata in due da un raggio di sole, una luce che sembra presagire un futuro luminoso.

Nicola II aveva di certo altre idee per la testa, uova di alta gioielleria e parate di cavalleria, e forse anche qualcos'altro di poca importanza.
Andrea Bruno
male
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Vincenzo23:
REPIN

Questo quadro è abbastanza famoso, ho deciso di però di caricare la versione del 1893, è esposta nel museo di Arte di Kharkov. Il costo del biglietto nel 2009 era di 25 Grivne (circa 2,20 euro), dico questo anche per incoraggiare la visita dei musei, anche quelli "provinciali", che si trovano in Russia o Ucraina.

Repin non vuole mostrare la misera condizione della Russia, bensì un attimo di gioia di un gruppetto di cosacchi, popolazione che lui amava molto perché in fondo rappresentavano l'ideale di libertà e di vita in equilibrata con la natura.

E a proposito di itineranti, nel vedere questa bella pittura non possiamo far a meno di ricordare che l'intera Russia basa solide tradizioni itineranti o nomadi: Gli zingari, di cui sicuramente mom nancheranno le loro raffigurazioni su tela (già assai note nei fiml), le popolazioni cosacche, i nomadi nelle montagne del caucaso e le popolazioni mongole tutt'ora note per la Yurta (l'antenato della tenda di Gheddafi).
E' bella questa idea di artisti che si fanno nomadi itineranti per conoscere e ritrarre il proprio paese, ne verrò fuori una Russia dai mille volti.
Andrea Bruno
male
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Nell'Ermitage mi ricordo di aver visto un opera molto simile ai battellieri di Repin.
Si tratta evidentemente di un tema molto in voga, a pensarci bene anche l'Alzaia di Signorini dipinto qualche anno prima ricorda l'opera di Repin con la differenza che in Italia i braccianti sembravano degli elegantoni vestiti a festa.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

Beh il tema era abbastanza ricorrente, gli artisti sono tali proprio perché riescono ad anticipare le tematiche sociali prima che esplodano ...
gli anni di cui si parla sono stati anche i protagonisti della rivolta sociale per il miglioramento delle condizioni di vita.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

Statua equestre di Alessandro III: Paolo Troubetzkoy - 18
Statua equestre di Alessandro III
Paolo Troubetzkoy - 18
Un altro simbolo di come le cose stiano cambiando è la statua equestre di Alessandro III, commissionata dal figlio Nicola II, al celebre scultore italiano (di origine russa) il principe Paolo Troubetzkoy.

La statua è la rappresentazione della condizione sociale, come quella di Pietro il Grande fatta da Caterina, però questa volta il cavallo è stanco, stremato sotto il peso di uno Tzar grasso e pesante. Il cavallo sembra che voglia puntare i piedi per fermarsi in quel punto, incapace di avanzare!!!

Quel gran fesso di Nicola, manco si accorse del significato dato all'opera, neanche all'inaugurazione della stessa. Addirittura commissionò alla gioielleria Fabergè un uovo celebrativo, che porta, all'interno di un guscio di cristallo, una miniatura della statua in oro.
Andrea Bruno
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Il cavallo floscio si trova in uno cortile stupendo, il palazzo alle spalle è il bellissimo palazzo di marmo. E' un distaccamento del noto museo Russo.
A me hanno raccontato che il cavallo è floscio per far divenire lo Zar protagonista (mi sa che me la hanno sparata grossa).

Come si nota il cavallo tozzo e corpulento non si addice nemmeno all'aspetto regale dell'imperatore, siamo abituati a vedere cavalli slanciati e maestosi, questo è un cavallo da traino, un cavallo da campo di patate.

Ad Alessandro 3° non credo sia sfuggito tutto questo, ci deve essere stata una precisa intenzione, forse voleva ricordare un momento di contemplazione in memoria della morte del padre ucciso in un aguato. Bo!
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

... parleremo prima o poi, anzi commenteremo criticamente altri cavalli (spero il più tardi possibile!!!) in particolare quelli di Zurab Tzereteli, uno scultore conosciuto solo in russia, ed anzi evitato da tutti gli altri paesi!!! ... Tzereteli, famoso per avere commissioni milionarie direttamente dal governo e dagli enti pubblici russi è il simbolo di quella corrente artistica definita "STILE LUZHKOV" (con il nome dell'ex-sindaco di Mosca), corrente che si fonda sulle amicizie di potenti mecenati che finanziano pessimi artisti.

Tra le sue opere il monumento a Pietro il grande (ex monumento a colombo rifiutato dagli USA, ed ex monumento ai 300 anni della marina russa), monumento al terrorismo (simbolicamente visto come una lacrima clitoridea dentro una figura vaginale), la mela kamasutra, il Putin judoka ("mens sana..." è intitolata), ed infine i cavalli della fontana del parco Alexandrov (orribile posizione scelta ma d'altronde una volta pagata dovevano posizionarla).

PS: tra l'altro un utente del forum utilizza proprio un opera di Tzereteli come suo avatar, spero non se la prenda a male se critichiamo l'opera.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

dimenticavo, la prima volta che vidi un'opera di Tzereteli, ero a Kharkov in Prospekt Lenina, dove è installata la statua equestre di Harko (fondatore della città) commissionata nel 2005 dal sindaco di allora. Statua brutta quanto indifferente ... mi stupii quando seppi che venne a costare 450.000 $ quasi il doppio del dito medio di Cattellan davanti alla Borsa.
Andrea Bruno
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A proposito di statue equestri, a San Pietroburgo ce ne sono diverse, voglio ricordare quelle ai margini del ponte Anichkov per la loro bellezza e raffinatezza: Sono la rappresentazione di cavalli più belli che abbia mai avuto modo di vedere (molto realistica). Mi hanno detto che due di queste statue si trovano a Napoli mi pare d'innanzi alla stazione ferroviaria e le regalò lo Zar quando andò in Italia perchè voleva fare la ferrovia in Russia su modello di quella di Napoli che fu tra le prime. La prima tratta ferroviaria in Russia fu la San Pietroburgo-Pushkin con treni in partenza da quella che ora è la Vitebskij Vokzal, che rimane un esempio interessante e ben fatto di stazione ferroviaria.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

La prima ferrovia in Italia fu la Napoli-Portici, la terza in Europa e la prima nel mondo con un viadotto, la rete ferroviaria al nord, soprattutto in lombarida, comprendeva le ferrovie austriache a scartamento diverso (più adatte ai passi montani, NDR), dovettero poi modificarle per unificare la rete con la piemontese, che invece usava lo scartamento francese o ridotto.

Non c'è da stupirsi, fino al 1891 il regno borbonico era il più ricco, il più popoloso, il più influente, il più produttivo, quello con più editorie (esempio, Leopardi era stampato a Napoli), più università (strano a dirsi, vero??!?!). Napoli dopo Londra e Parigi era la terza città con l'illuminazione pubblica artificiale (solo su Posillipo), e la Capitale più grande d'Italia (la Roma attuale è stata creata sotto Mussolini, trastevere era ancora un borgo "isolato"). Ricordo che una volta uno mi disse che il Banco di Napoli, era la più grande Banca d'Italia, con sedi in ogni città italiana (anche se allora erano straniere). Poi nel 1861 ci fu una rapina, un furto, scomparirono tutte le ricchezze con il passaggio di un gruppo di massoni in camicia rossa.
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

Scogliera: Isaac Levitan - 1883
Scogliera
Isaac Levitan - 1883
in onore di Napoli, pubblico una bella scogliera della Crimea ...
non sarà il maschio angioino, però ha il suo fascino
Andrea Bruno
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Vincenzo23:
La prima ferrovia in Italia fu la Napoli-Portici, la terza in Europa e la prima nel mondo con un viadotto, la rete ferroviaria al nord, soprattutto in lombarida, comprendeva le ferrovie austriache a scartamento diverso (più adatte ai passi montani, NDR), dovettero poi modificarle per unificare la rete con la piemontese, che invece usava lo scartamento francese o ridotto.

Non c'è da stupirsi, fino al 1891 il regno borbonico era il più ricco, il più popoloso, il più influente, il più produttivo, quello con più editorie (esempio, Leopardi era stampato a Napoli), più università (strano a dirsi, vero??!?!). Napoli dopo Londra e Parigi era la terza città con l'illuminazione pubblica artificiale (solo su Posillipo), e la Capitale più grande d'Italia (la Roma attuale è stata creata sotto Mussolini, trastevere era ancora un borgo "isolato"). Ricordo che una volta uno mi disse che il Banco di Napoli, era la più grande Banca d'Italia, con sedi in ogni città italiana (anche se allora erano straniere). Poi nel 1861 ci fu una rapina, un furto, scomparirono tutte le ricchezze con il passaggio di un gruppo di massoni in camicia rossa.

Io per ragioni di famiglia sono contro i Borbone (il mio trisavolo era il generale che conquistò Mosca giusto 200 anni fa a fianco del re Murat) comunque ciò che scrivi è tutto vero e risaputo, qui nel forum abbiamo anche un esperto di queste questioni (Dominedio), che ora si è assentato un attimo ma come rientra vedrai che commenterà questo post.
Quando fu fondata San Pietroburgo (poco più di 300 anni fa), le più grandi capitali in Europa erano Napoli e Palermo, e queste figuravano anche tra le più vivaci nella panoramica artistica culturale..
Con l' "americanizzazione" e il colonialismo, il baricentro in Europa si è rapidamente spostato a più a Nord e questa situazione rimarrà invariata a lungo. L'Italia di recente ebbe la sua possibilità di riavvicinare il Baricentro verso il Mediterraneo alleandosi con Gheddafi ma poi lo ha tradito (anche se non di propria volontà dato che c'erano di mezzo quelli che contano nel blocco NATO, ovvero chi ha il seggio all'ONU).
Vincenzo23 Vincenzo
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Vincenzo23

beh Andrea, da sardo, allora dovrei elencare tutte le battaglie e tutti i passi, trincee e valli dove si trova un monumento alla Brig.Sassari. Eravamo carne da cannone per i Savoia, già per quelli che venivano dalla Francia e manco parlavano il sardo (o l'italiano). Il primo incontro con la sardegna avvenne inviando un vice-re, il Visconte di Saint-Remì, che visitò l'isola e l'unico commento che fece al ritorno fu: "Sire, abbiamo legna e carbone per secoli". Lo statuto che fece Carlo Alberto era solo un bidone (vecchio e scaduto), Carlo Felice decise di farci una strada (SS131) che in realtà è una mulattiera a tutt'oggi, anche i Carignano furono disonesti e inadeguati.
Una cosa che però ho sempre trovato strana è il passaggio V.Emanuele II Re di Sardegna -> V.Emanuele II (non primo) Re d'Italia, a conferma che è stata un'annessione non proprio un atto di unificazione!!! ... la storia d'italia andrebbe già scritta in modo più onesto.

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